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Giovedì 15 ottobre 2015 alle ore 18,00 al Teatro Arciliuto “Machere, Acrobati e Saltimbanchi” -Dipinti di Gina Laganà
E’ una pittura di personaggi di spettacolo che stupiscono e incantano, ma senza clamori, anzi in una singolare dimensione da stanza, quasi che la pittrice avesse tratto spunto da figure così piene di energia per una sorta di ripiegamento interiore che è il vero contenuto del suo lavoro…
Dalle ore 20,00 Aperitvo Cena facoltativo
Drink euro 10,00
http://www.arciliuto.it/it/programmazione/spettacoli/232-mostramaschereacrobatiesaltimbanchi.html
Introduzione alla mostra di Claudio Strinati:
Il ciclo che Gina Laganà ha eseguito parla del Circo, di saltimbanchi, di acrobati, e tutti i personaggi sfilano davanti all’osservatore come una forza di sottrazione dalla materia pittorica, da un lato carica e robusta ma dall’altro consumata e remota.
E’ una pittura di personaggi di spettacolo che stupiscono e incantano, ma senza clamori, anzi in una singolare dimensione da stanza, quasi che la pittrice avesse tratto spunto da figure così piene di energia per una sorta di ripiegamento interiore che è il vero contenuto del suo lavoro.
Ne scaturisce una atmosfera sospesa da cui non promana un senso del tutto lieto ma neppure malinconico.
Circola nelle belle immagini una profonda discrezione unita ad una gagliarda voglia di esprimersi e di comunicare, mantenendosi, però, in una posizione proprio di lontananza rispetto all’immediatezza della percezione.
Su un argomento tanto trattato è interessante vedere il punto di vista insolito di una pittrice come Gina Laganà.
Sembra quasi che sotterranei ricordi di una Scuola romana drammatica e incandescente di luci e di colori, come fu per Scipione o Mafai, restino latenti nell’immaginario della nostra artista, ma qui le immagini si fanno serrate e disinvolte per cui restano ingabbiate nella struttura del quadro che è ferrea e delicata insieme.
E’ una piccola epopea intima, non aliena da un effetto tutto femminile per le cose rappresentate e finissima nella qualità della stesura.
Nota biografiche:
Gina Laganà (Maria Bevacqua) è nata a Taurinova, Reggio Calabria. Giovanissima, con la famiglia, si trasferisce a Roma, dove avrebbe voluto realizzare il suo sogno, frequentando l’Accademia delle Belle Arti, ma ostacolata in questa sua scelta dalla madre, che riteneva questo genere di studio poco adatti ad una ragazza.
Comincia, quindi, a prendere lezioni private da un suo vicino di casa, il Maestro Renzo Vespignani, che all’epoca viveva in Viale Trastevere, il quale le trasmette oltre alle tecniche ed ai segreti del mestiere, un profondo amore per il disegno e la figura.
Dopo numerosi viaggi in Europa, ed in particolare Londra e Parigi, si ferma a Firenze, a casa del fratello che abitava nel cuore della città vecchia, e dove il destino vuole abitasse anche un bravo scultore, specializzato in riproduzioni ed ingrandimenti. Lagna frequenta per un certo periodo il suo studio, apprendendo dal maestro le basi per modellare l’argilla e lavora il marmo. Nello stesso periodo l’amore per l’arte ed il desiderio di apprendere e penetrare sempre più questo mondo, la portano anche a lavorare in alcune vecchie botteghe di restauratori fiorentini.
Ancora una volta, in una smania di conoscenza giovanile, lascia l’Italia per trasferirsi da alcuni parenti negli Stati Uniti, e dove per un certo periodo dipinge e vende numerose sue opere.
Nel 1969 di ritorno a Roma, conosce e sposa lo scultore Ernesto Lamagna. Lavorando per diversi anni nello studio presso la “Minerva”, alterna la stretta collaborazione al lavoro del Maestro, al restauro e alla pittura, realizzando numerosi ritratti di bambini, e personaggi del mondo romano e Vaticano, come il ritratto di donna Mietta Naccarato e quello di Sua Eminenza il Cardinale Tauran.
Nel 1986 ritorna negli Usa (Huston – NY) e nel 1987 in Canada (Toronto) dove inizia un proficuo e tuttora valido rapporto di lavoro, e dove vanta numerosi collezionisti.
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